Focus n.2- “Operazione Trasparenza”
La misurazione della trasparenza del sito web delle pubbliche amministrazioni: esiste un metodo oggettivo?
Quando un cittadino si trova a valutare il servizio di una pubblica amministrazione, un importante biglietto da visita è il sito web, ora come non mai, il principale strumento di comunicazione.
Da qui nasce l’esigenza di rinunciare a portali obsoleti, per favorire il passaggio ad una Pubblica Amministrazione 2.0 dotata di siti web interattivi e trasparenti in termini di gestione, aggiornamento e contenuti. Il momento di questa svolta si avvicina sempre più, e, se da una parte per ora questa svolta può risultare facoltativa, dall’altra esistono delle leggi a cui le pubbliche amministrazioni devono attenersi in materia di trasparenza e progettazione del sito internet. In queste righe, partendo dai dati di un’indagine, proveremo a capire se esiste un metodo oggettivo per misurare la trasparenza del sito web delle pubbliche amministrazioni e il loro grado di adempimento a tali obblighi.
Ma un Comune per essere sicuro di avere un sito web trasparente cosa deve fare?
Per rispettare la totalità degli adempimenti legalmente previsti, esistono diverse linee guida (le più recenti appartenenti al 2011), numerosi riferimenti normativi e svariati regolamenti, tra i quali i più importanti risultano essere:
1. la Delibera Civit 105/2010;
2. l’articolo 54 del Codice Amministrazione Digitale (D.Lgs Marzo 2005);
3. il D.Lgs 150/2009(la “fantomatica Riforma Brunetta”).
Una recente ricerca condotta dal Team Onda, effettuata mediante l’utilizzo de “La Bussola della Trasparenza”(lo strumento di Knowledge Management System promosso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri), ha permesso di stilare una classifica sul grado di trasparenza dei siti web dei più grandi comuni della Sardegna, in linea con i principi dell’Open Government. La Bussola suggerisce una standardizzazione dei requisiti tramite l’adozione di 42 indicatori, che consistono principalmente nella verifica della presenza o meno di determinati elementi, definiti obbligatori dalle norme sopra citate. Per fare un esempio, uno di questi indicatori è rappresentato dalla presenza o meno del documento riguardante il Piano della performance, così come stabilito dal Decreto Legislativo n.150/2009, il quale prevede obbligatoriamente la presenza di un’apposita sezione per tale documento nel link “Trasparenza Valutazione e Merito”. Solo il 6% dei 377 comuni sardi hanno adempiuto a tale obbligo, nonostante l’esistenza di strumenti informatici che consentano di redigere facilmente tale documento, per esempio PerformPA.
Quale è stata la metodologia adottata?
La ricerca è iniziata con l’individuazione dei 25 comuni con il numero maggiore di abitanti in Sardegna, proseguita con l’analisi degli indicatori forniti da “La Bussola della Trasparenza” per ognuno dei 25 comuni, e terminata con la redazione di una classifica(in allegato).
Quali sono i risultati?
L’analisi e il monitoraggio dei siti web sul campione di 25 comuni ha messo in luce che, di questi, i più sensibili alla trasparenza sono stati Sant’Antioco e Tempio Pausania, in grado di rispettare i 42 indicatori della “Bussola Trasparente”. Segue il Comune di Sassari con 41, e sale sul podio anche il Comune di Sestu che, con ben 32 indicatori rispettati, risulta essere il Comune della Provincia di Cagliari con un maggior grado di trasparenza telematica, assieme al Comune di Selargius e al Comune di Sinnai, a quota 22.
Chi ha superato questo test è un ente virtuoso?
Se ha effettivamente inserito i contenuti, possiamo affermare che è un ente adempiente ai propri doveri in termini di trasparenza del sito web. Tuttavia, alcuni dei comuni, come emerge dalle classifiche in allegato, per determinati indicatori hanno rispettato i requisiti sintattici e non semantici; questo vuol dire che la sezione/link si trova nella posizione prevista ma la sua denominazione non riporta esattamente l'indicazione fornita dalle linee guida, bensì un suo sinonimo, e, in questo caso, gli enti sarebbero chiamati a svolgere alcune piccole modifiche.
Chi non ha superato questo test non è un ente virtuoso?
Alcuni enti, probabilmente per mancanza di una norma unica e strutturata in materia, non hanno rispettato buona parte degli obblighi previsti, e dovranno al più presto individuare il dirigente responsabile per la pubblicazione di tali informazioni e del loro costante aggiornamento, e adempiere, inoltre, a tali mancanze al più presto, se non vogliono incorrere nell’irrogazione di una specifica sanzione. Conseguentemente, le Pubbliche Amministrazioni, lavorando in una realtà complessa, fatta di infiniti adempimenti, avrebbero bisogno di un supporto che possa aiutarle nella semplificazione della loro attività ordinaria e non.
Esiste un modo oggettivo per misurare la trasparenza del sito web delle pubbliche amministrazioni e il loro grado di adempimento a tali obblighi?
Per quanto sia in fase di sperimentazione, possiamo giudicare in modo positivo questo strumento offerto dal Ministero per la Pubblica Amministrazione, configurandolo come un passo nella direzione giusta nella lunga via che gli enti stanno percorrendo verso la Trasparenza. La standardizzazione di indicatori, validi per tutti i comuni, favorisce sicuramente un benchmarking e un confronto costruttivo fra i diversi enti, oltre che un valore relativamente affidabile.
Tuttavia tale metodologia mostra anche dei limiti: per alcuni comuni è stata sufficiente una messa a norma semplicemente formale dei siti, tramite l’inserimento di meta-dati per passare “il test della bussola”, pur non avendo inserito i contenuti richiesti dalla legge.
Conseguentemente, si ritiene che, non esiste ancora un metodo oggettivo in grado di misurare la trasparenza del sito delle pubbliche amministrazioni e il loro grado di adempimento a tali obblighi. Per raggiungere tale livello di oggettività sarà necessario sviluppare un quadro normativo maggiormente chiaro ed esaustivo, che possa incentivare l’utilizzo del più importante strumento di comunicazione fra Comune e Cittadini: il web.
In conclusione, nella lunga strada che gli enti stanno percorrendo verso la Trasparenza, sarebbe opportuno sviluppare un dibattito sul tema all’interno del settore pubblico. In questo modo, probabilmente, se il giudizio della Bussola assumesse valore legale, e fosse inserito all’interno del sito web, potrebbe far conoscere meglio agli stakeholder il grado di virtuosità dell’ente, col fine ultimo di riniziare a dialogare col Cittadino ed abbattere le barriere, mentali e burocratiche, elevatesi fra essi e le Pubbliche Amministrazioni.
Andrea Laddomada
Consultant @ Onda srl